
Le sanzioni economiche internazionali iniziano a produrre i loro effetti.
Le conseguenze principali dell’attuale situazione di conflitto aperto tra Russia e Ucraina le vedremo, molto probabilmente, nell’ambito economico. Ciò accadrà non soltanto perché ogni conflitto, almeno nella sua fase iniziale, provoca sconvolgimenti delle attività economiche ed interruzioni del libero commercio, ma anche perché uno dei due contendenti, ovvero la Russia, è un gigante dello scenario economico globale. Lo è non tanto in funzione del suo prodotto interno lordo, di poco superiore a quello della Spagna, ma piuttosto perché custode e distributrice globale di commodities e materie prime. Diversi paesi europei sono dipendenti dalla Russia per i rifornimenti di gas e petrolio, secondo delle quote troppo elevate, se ne valutassimo anche il valore strategico. L’inizio del conflitto ha, come solito, prodotto un innalzamento dei prezzi di queste due commodities, in particolare del gas, di cui la Russia è il principale esportatore al mondo. Nei contesti economici la Russia, infatti, viene definita come una grande stazione di gas. Per non parlare del grano, di cui l’Ucraina è uno dei principali produttori al mondo.

A farne le spese, ovviamente, la moneta nazionale,il rublo che è passato stabilmente ad un valore 110 nei confronti del dollaro.

In linea generale, tutto ciò si traduce in una tremenda volatilità, come testimonia l’andamento dell’indice VIX.

Danilo Giordano
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