
L’andamento del Baltic Dry Index nel mese di ottobre certifica un rallentamento delle pressioni globali, mentre gas e petrolio continuano la loro ascesa.
Il Baltic Dry Index (BDI) è l’indice che misura l’andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie delle navi dry bulk cargo. Il nome può ingannare, ma ovviamente non è ristretto alle rotte del Mar Baltico, ma registra i dati sui prezzi dei noli delle 24 rotte marittime più trafficate nel mondo, permettendo di individuare i costi di spedizione delle materie prime e il rapporto tra domande e offerta. È formato da tre indici sottostanti che calcolano le differenti dimensioni di vettori o navi mercantili come la capacità di carico in tonnellate (Capesize, Panamax e Supramax).
Nel corso del mese di ottobre, il Baltic Dry Index ha intrapreso una fase di discesa, segno che le tensioni riguardanti in noli marittimi si stanno, gradualmente, sgonfiando: dalla chiusura del mese precedente a 5167, nell’ultimo giorno di contrattazione il BDI ha raggiunto il valore di 3519.

Non sembrano conoscere parabole discendenti, se non temporanee, gas e petrolio. Spinto dalle difficoltà legate alla supply chain e alla transizione energetica in itinere, il petrolio fa registrare nuovi massimi e secondo alcuni analisti potrebbe presto raggiungere i 100$ a barile.

Il gas, oltre alle medesime dinamiche riguardanti il petrolio, subisce anche il condizionamento derivante dalla problematica situazione ai confini esterni della Russi, nonché dal continuo tira e molla riguardante la questione Nord Stream 2.

Danilo Giordano
Categorie:Political Risk