La pandemia da Covid in corso è considerata un “great accelerator” di cambiamenti, anche se non è ancora ben chiaro, non completamente almeno, in che direzione e con che intensità. Di sicuro, a livello manageriale, rispetto ad un passato contraddistinto da un eccesso di ottimismo, si è ampliata la consapevolezza di sviluppare alcune competenze legate all’eventualità di incorrere in situazioni di rischio inaspettate. I danni economici derivanti dalla pandemia sono stati immensi, difficili da quantificare esattamente, e la necessità di tutelarsi da situazioni analoghe che potrebbero verificarsi in futuro è cresciuta. Intendiamoci, è abbastanza improbabile che, nel breve periodo, la diffusione di un virus sconosciuto possa coglierci cosi impreparati come è accaduto col virus Covid-19. Gli occhi e le menti dei governi mondiali e delle principali organizzazioni internazionali sono tutti concentrati sulla necessità di ripristinare i sistemi sanitari nazionali e sostenere maggiormente la ricerca in ambito medico. Difficilmente, nel breve termine, saremo sorpresi da una nuova pandemia, perché generalmente i danni avvengono quando si ritiene una minaccia ininfluente e si abbassa la guardia. Ma è certo che in futuro un’altra pandemia ci sarà e che crisi dalla portata analoga, ma di diversa provenienza, potrebbero verificarsi.
Le difficoltà dovute alla pandemia hanno conferito ulteriore slancio ad un termine già ampiamente usato nel corso di questi anni, ovvero resilienza. Derivato dall’ambito chimico, dove indica la capacità di un materiale di ritornare come prima dopo aver subito uno stress, è ormai generalmente indicato in campo economico come la capacità di aziende, imprese, organizzazioni private e pubbliche di ritornare come prima dopo un periodo o un evento di crisi. La completa affermazione del termine c’è stata proprio in Italia, laddove il governo, nell’approvare il piano di rientro post-pandemico, lo ha definito Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Ed è in questo contesto che si sviluppa la figura del global resiliency manager, una figura di cui proverò a delineare capacità e competenze nei prossimi articoli perché, nel mondo attuale, come ha affermato l’esperta imprenditrice Gianna Detoni, ogni azienda o istituzione che oggi voglia essere efficiente, moderna e competitiva dovrebbe impegnarsi per raggiungerne un grado significativo nello sviluppo della resilienza.
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