Tra scienza e fede

Tra scienza e fede

Vedere la sonda Perseverance atterrare su Marte, compiendo un ammartaggio perfetto, ha per un attimo condotto la nostra mente e la nostra immaginazione verso altri lidi. Non è altrettanto scontato che l’arrivo di altre immagini, video e suoni continui ad avere questo effetto; anzi, è molto probabile che, passato lo stupore iniziale, ritorneremo con i piedi sulla Terra e con la mente al coronavirus. Resterà però lo stupore di come l’uomo, nonostante le sue debolezze e fragilità, sia ancora capace di compiere imprese memorabili. Il viaggio di Perseverance verso Mare è durato all’incirca sette mesi, periodo nel quale abbiamo occupato il nostro tempo a guardare con ostilità a chi ci sta accanto, probabile trasmettitore di virus, e abbiamo perso la capacità di guardare all’insù. L’ammartaggio di Perseverance restituisce all’uomo le certezze perdute, la consapevolezza di riuscire, con costanza e determinazione, anzi con Perseveranza, a compiere ancora imprese mirabili.

Anche la lotta al coronavirus ha una parte della storia che è vincente per l’uomo, ovvero quella di riuscire a trovare un vaccino nel giro di poco meno di un anno. Se pensiamo che in passato trovare un vaccino richiedeva almeno cinque anni e che in diversi casi non è stato ancora possibile trovare una cura efficace, allora anche questo è da considerare l’ennesimo successo della razza umana. Certo, l’uomo non è un essere infallibile e certe sue scelte possono mettere iin discussione tutto ciò che ha, faticosamente, creato. Fatta eccezione per Israele, USA e UK, la distribuzione dei vaccini e la relativa campagna vaccinale non sta procedendo benissimo: in molti paesi le somministrazioni procedono a rilento, le catene logistiche di approvvigionamento non stanno funzionando alla perfezione, le aziende produttrici stanno accumulando diversi ritardi. Siamo comunque di fronte alla più grande campagna vaccinale mai messa in campo nella storia dell’uomo, c’è bisogno di vaccinare almeno il 70% della popolazione terrestre e ciò deve avvenire nel più breve tempo possibile per permettere alle economie di riprendersi e alle vite umane di ritornare a percorrere il proprio corso naturale. L’arrivo sul mercato di nuovi vaccini, come ad esempio quelle di Johnson & Johnson, e l’accettazione internazionale dei vaccini di marca cinese e russa, dovrebbero consentire un’accelerazione del ritmo delle vaccinazioni e consentire l’avvicinarsi di una soluzione definitiva alla problematica virus.

Bisogna avere fede. Fede che la politica, con tutti i suoi pregi e difetti, riesca a comporre le crisi che le si parano davanti. Innanzitutto attraverso il voto. L’elezione di Joe Biden alla presidenza USA ha consentito di porre un freno alla dilagante onda di odio sospinta da Donald Trump, e spero possa porre fine ai numerosi contrasti in seno alla società americana. In politica estera di fatto l’insediamento della nuova amministrazione democratica ha riportato gli USA lungo i canali soliti: confermata la Cina come nemico strategico, c’è il ritorno del confronto anche con la Russia e la ricerca del multilateralismo. Tutte posizioni espresse da Biden sin dal primo giorno della sua elezione e ribadite nel corso del vertice del G7 e della Munich Security Conference, un tempo importanti incontri reali, adesso relegati a vertici online di scarso appeal. Di interessante c’è soltanto la volontà USA, su invito dell’Europa, di riprendere i contatti con l’Iran per riportare in auge gli accordi sul nucleare siglati da Obama nel 2015, ma ricusati da Trump in uno dei primi atti della sua amministrazione. Probabilmente la mossa USA è motivata da ragioni elettorali, ci saranno le elezioni a breve in Iran, e probabilmente è troppo tardi per invertire la rotta, gli iraniani hanno riattivato i processi di arricchimento dell’uranio. Ma bisogna avere fede nella diplomazia e nella ricerca del compromesso.

La stessa fede che sempre più persone sembrano avere nelle criptovalute. Questa settimana il bitcoin ha oltrepassato il muro della valutazione di 50 mila dollari e la sua corsa non sembra fermarsi. La sensazione è che la crescita così impetuosa della valuta digitale sia frutto della speculazione, di investitori alla ricerca di cospicue fonti di guadagno, data la capacità del bitcoin di aumentare il suo valore a ritmi mai visti. Il motivo, secondo alcuni, è che sempre più realtà istituzionali sembrano interessate al bitcoin e ciò innesca una crescita continua. C’è la paura che tutto questo possa tramutarsi in una bolla tremenda che al suo scoppio trascini, nuovamente, giù un’economia globale che avrebbe bisogno di tempi più tranquilli. Tra scienza e fede.

Le prime immagini da Marte

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