Era auspicabile e neanche troppo difficile da prevedere che l’arrivo di una nuova amministrazione alla guida degli USA avrebbe spinto attori grandi e piccoli della comunità internazionale a riposizionarsi. A sorpresa la prima a fare un passo importante è stata l’Unione Europea che, a pochi giorni dall’insediamento di Joe Biden, si è affrettata a concludere un accordo commerciale con la Cina, dopo discussioni tirate aventi per sette anni. Paura di restrizioni della nuova amministrazione? Sfiducia nel processo elettorale americano? Segnale indiretto a Washington? Non si capisce il motivo di tutta questa fretta. Sta di fatto che questo è il primo passo davvero “geopolitico” dell’Unione Europea, stando a quanto dichiarato in passato da Ursula von der Leyen. Nel giro di pochi giorni sono seguite le mosse russe e cinesi. I primi con la stretta su Aleksei Navalny e alcune libertà fondamentali, i secondi denunciando la fine della primazia statunitense. Nel frattempo in Medio Oriente si ricompone la frattura dei paesi arabi con il Qatar, e non si capisce se sia un passo in favore degli USA o si tratti, anche qui, di un messaggio rivolto a terzi. Insomma, il mondo non aspettava altro che l’arrivo di Joe Biden per riposizionarsi su nuovi schemi. Stavolta, un WE CAN non basterà.
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