Come accade da diversi anni, anche quest’anno il Fund for Peace ha pubblicato il suo Fragile State Index. La pubblicazione è avvenuta lo scorso 13 Maggio ed, ovviamente, non è avvenuta in pubblico, bensì mediante una live su Youtube.

L’indice di fragilità degli stati è basato su una metodologia di valutazione, chiamato CAST, sviluppato dal Fund for Peace oltre 20 anni fa per valutare la possibilità di collasso degli stati. La metodologia CAST è stato studiata per misurare la vulnerabilità sia nella fase pre-conflittuale, che in quella di pieno conflitto, così come nel periodo post-conflittuale. La metodologia utilizza indicatori sia qualitativi che quantitativi, si base su dati disponibili pubblicamente, e produce risultati quantificabili. Dodici indicatori quantitativi forniscono una situazione attuale che può essere confrontata con il passato, per determinare se le condizioni siano migliorate o peggiorate. Qui sotto la lista degli indicatori.

In un mondo altamente interconnesso, le pressioni di ogni tipo su uno stato fragile possono avere importanti ripercussioni anche sugli stati vicini e/o su quelli che hanno contatti e scambi commerciali intensi. Le ragioni della fragilità degli Stati possono essere numerose e diverse, legate a questioni di identità, lingua, religione, razza, etnia, nazionalità, classe sociale e area di origine: queste tensioni possono degenerare in conflitto attraverso una serie di circostanze, come la competizione sulle risorse, leadership assertive, corruzione. Per stemperare questa complessità è necessario, quindi, un approccio che integri aspetti quantitativi e qualitativi, in modo da identificare problematiche che giacciono sotto la superficie. Il Fragile State Index identifica non solo le pressioni a cui sono sottoposti tutti gli Stati, ma anche se quest’ultimi sono capaci di gestirle.


Il Fragile State Index è uno dei 22 indici integrati nel Political Risk Evaluation Index di P-risks, ne definisce l’ambito politico.
Categorie:Political Risk