In uno dei suoi ultimi report, intitolato Under Pressure: The squeezed middle class, l’Organizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione Economica (OSCE) ha evidenziato che la classe media di gran parte dei paesi che ne fanno parte ha visto peggiorare la sua condizione economica o, al limite, ristagnare, mentre i ceti sociali più ricchi hanno continuato a migliorare. Situazione diversa è avvenuta nei paesi emergenti dell’Asia, dove la classe media è in costante ascesa ed ha fatto registrare notevoli miglioramenti della propria condizione. Questa analisi economica è alla base di alcuni dei risultati elettorali più sorprendenti dell’ultimo triennio, come il voto sulla Brexit, l’elezione di Donald Trump o le elezioni politiche italiane del 4 marzo 2018: la sensazione delle classi medie di questi paesi è stata quella di aver ricevuto poca ricchezza rispetto a quanto dato, soprattutto a causa dell’outsourcing di lavoro in direzione di alcuni paesi dell’Asia. Una di queste ultime manifestazioni di insofferenza verso l’attuale situazione economica della classe media è la protesta francese dei jilet jaunes, benché il fenomeno sia ancora da analizzare compiutamente. Gran parte delle economie asiatiche emergenti continueranno a crescere nei prossimi vent’anni, aumentando l’ampiezza della classe media e le relative rivendicazioni sociali, il che potrebbe aumentare lo scontro sociale in alcun paesi non propriamente democratici.
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