Da un po’ di tempo i mercati sembrano aver perso fiducia nella capacità di Mauricio Macri, attuale presidente dell’Argentina, di risollevare il paese da una spirale di crisi che non finisce più. Lo spread argentino è salito a livelli molto alti, superiori a quelli toccati nel dicembre 2014 e superiori addirittura a quelli dell’Ecuador, che ha il secondo record di default al mondo dal 1800. Nel frattempo il peso è crollato del 41% quest’anno, seguendo l’andamento di tutti i mercati emergenti, trascinati dalle difficoltà turche. Sommerso dalle difficoltà il presidente Macri ha chiesto al Fondo Monetario Internazionale di accelerare il pagamento dei 50 miliardi di dollari di credito, garantito in giugno dall’organizzazione presieduta da Christine Lagarde. Nel frattempo la Banca Centrale ha alzato i tassi di interesse dal 15% al 60%, cercando di bloccare la fuoriuscita di denaro dal paese.
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